È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!








FORUM DI MEDICINA VETERINARIA

Cliccate l'immagine ed entrate!



BELLI SI NASCE : Foto 2008



by FrancyFritz




VUOI VOTARE PER I TUOI AMICI? CLICCA I BANNER A FONDO PAGINA!





NUMERO ANTI MALTRATTAMENTI, CLICCA QUI!!!





Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

storie e favole

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2008 14:44
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 21:05
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

ci sono interi caffali di libri, molti stralci su quotidiani, film ... le storie che più ci commuovo, che spesso hanno dell'incredibile sui nostri amici a 4 zampe

ecco creiamo qui lo spazio per riportare queste storie o trafiletti, per non dimenticare mai che l'amore non è un sentimento solo umano e soprattutto quello incondizionato, quello di cui poeti e cantanti scrivono e cantano da secoli ... quello che solo i nostri amici a 4 zampe sanno dare

[SM=x1448582]



OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:07
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

nel regno di internet

Ecco la preghiera di un cane randagio.............

Preghiera del cane randagio

Con passo vacillante
e con il corpo stremato
giungo alla fine dei miei giorni.

Forse stasera moriro'
e da sotto questa quercia
con l'ultimo respiro, che mi resta in gola,
vorrei ringraziare il Signore
per il pane che mi ha fatto trovare
nella spazzatura,
per l'acqua che ha fatto scendere dal cielo
per dissetarmi,
per i sagrati delle chiese
dove ho potuto ripararmi.

Sì, Signore,
io sono uno di quelli
uno fra i tanti che non sa
cos'e' il calore di una cuccia,
il sapore di un osso,
la carezza di un padrone.

Conosco solo
il dolore dei calci sul dorso,
le sassate sulla fronte,
le gomme di quella macchina
che mi hanno spinto nel burrone.

Ricordo, poi
quella mano, grande, pesante,
che ancora cucciolo mi ha
abbandonato nella strada,
dove
vissi tutto il mio calvario.

Ho attraversato monti, boschi e paesi
nessuno mai mi ha tenuto con se',
nessuno, mai, mi ha dato un nome.
Dalla nascita ho sempre portato il tuo
"Cane".

Signore,
tante sono le cose che vorrei dirti;
ma...
il cuore ha rallentato il suo battito
e il respiro si affievola sempre piu'.

Perdonami! E ti supplico:
fa' che la mano dell'uomo
non abbandoni piu'
un cucciolo nella strada.

E' triste vivere da vagabondi,
e' penoso essere soli,
ed essere soprattutto semplicemente
solo un cane.



a cura di Mirko Rizzi ..... pubblicato il 05/04/2004
guide.dada.net/cane/interventi/2004/04/154695.shtml



OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:10
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

una brutta storia
una lettrice, racconta di un brutto episodio che gli era accaduto.

Una sera d’inverno, mentre tornava a casa, vide riverso sul marciapiede un povero gattino nero.
Qualche teppista del luogo lo aveva evidentemente preso a bastonate. Il micio era a terra, sanguinante, ed emetteva flebili miagolii.
La nostra amica si avvicinò per prestargli soccorso, tese la mano per accarezzarlo, ma, con le ultime energie trovate chissà dove in quel povero corpicino martirizzato, il felino emise un grido minaccioso.
Il gatto aveva ormai perso la fiducia nel genere umano.
E come dargli torto! D’altronde, di lì a poco, anche la donna fu assalita dal medesimo sentimento: si guardò intorno in cerca di aiuto, ma i passanti, aumentando la falcata, fecero finta di niente, troppo immersi nei loro problemi, nei loro impegni.
L’indifferenza delle persone gelò la nostra lettrice più del freddo intenso di quella sera. Tentò allora di sollevare il micio, ma un miagolio, questa volta pietoso, ed uno sguardo del gatto diretto al cuore la fecero, per umana compassione, desistere.
L’immagine finale di quel racconto mi colpì profondamente: lei seduta, con il capo chinò sul micio, la pioggia che cadeva fitta, bagnandole i capelli, scivolandole sul viso, mischiandosi alle sue lacrime, ad un pianto in cui tutto l’universo sembrava unirsi, tranne l’umanità lì presente. Non mi vergogno a dirvi che, nell’intimità della mia stanza i miei occhi si bagnarono.

Così, spero che il dolore vissuto dalla nostra amica sia servito a dare conforto al povero micio, consegnandogli un atto di amorevole pietà, un ricordo migliore di noi umani nell’affrontare un viaggio verso un mondo migliore.
Ecco, forse uno spicchio di quel mondo migliore, fatto di sensibilità, di amore verso il prossimo, di solidarietà c’è l’ha dato la nostra amica. Ed allora quel dolore che si prova in certi momenti, può essere lenito, anzi sconfitto, dalla consapevolezza che le nostre azioni possono aiutare a migliorare noi stessi.

Forse è un discorso utopistico, ma credo che solo con l’utopia si possa sperare di cambiare.

I nostri gesti possono apparire piccoli ma anche il cammino più lungo inizia con un passo, e forse, ognuno di noi può essere quel passo


www.raccontare.com/favole/Storie%20di%20animali.htm
[SM=g1402548]
[Modificato da Marluna69 05/01/2008 22:12]


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:15
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

un angelo bianco

Un silenzio irreale aveva invaso le strade della piccola cittadina della Florida meridionale. Un silenzio così totale, perfino assordante, che a Mariah Fox faceva più paura dell’uragano che fino a pochi minuti prima si era abbattuto sulla sua casa e su tutto il paese.
Già, perché mentre il tornado sradicava gli alberi, scoperchiava le case, alzava le auto facendole ruotare in aria come aeroplanini di carta, l’istinto di sopravvivenza aveva preso il sopravvento sulla paura, infondendole quel coraggio che Mariah, in quel momento, sentiva di aver perso.
Troppe cose nel breve volgere di pochi mesi avevano stravolto la sua tranquilla esistenza: la morte della madre aveva creato un vuoto incolmabile nel suo cuore e vedere l’abitazione dove con lei era cresciuta ridotta a quattro muri sbilenchi, senza più un tetto, circondati da cumuli di detriti, sembrava toglierle le ultime residue forze.
Ma lei non poteva, non doveva lasciarsi andare, lo pensò intensamente, con tutto il cuore, pregò, non per lei, ma per il bambino che portava in grembo, per quella vita che non poteva ancora decidere se arrendersi oppure no.
Così, mentre le sue mani si stringevano più forte, mentre i suoi occhi guardavano il cielo più intensamente, uno scricchiolio attirò la sua attenzione.
Giungeva proprio dall’ingresso del garage dove aveva trovato rifugio. L’uragano era stato fortissimo, con venti che soffiavano ad oltre 300 Km orari e la distruzione era totale, non c’era casa che non fosse stata colpita, così Mariah credeva di essere rimasta sola nel piccolo paese.
Ma quel rumore dimostrava il contrario. Dal raggio di sole, che nel frattempo aveva squarciato il cielo plumbeo, sull’uscio del garage apparve un tenero batuffolo bianco.
Il gatto miagolava insistentemente e si avvicinava con passo deciso verso la donna e quando la raggiunse la riempi di fusa. La Fox si fece avvolgere da quell’irruente manifestazione di affetto che contraccambiò con carezze ed abbracci.
Quel micio, anzi quella micia e per giunta in dolce attesa anche lei, le stava portando conforto e quella gioia e quella voglia di vivere che l’uragano le aveva violentemente portato via.
Mentre il sole immortalava quel tenere abbraccio fra le due mamme, delle grida giunsero da fuori: “Bright Day, dove sei? Bright Day”. La micia continuava a muoversi intorno alla donna strusciandosi e facendole le feste ma contemporaneamente continuava a miagolare, come a voler attirare l’attenzione di quelle voci.
Entrarono, così, degli uomini nel garage: erano il sig. Stevenson con il figlio, che abitavano a due isolati da lei.
Mariah li abbracciò piangendo dalla gioia. I vicini la rincuorarono e le spiegarono che tutti, nonostante la violenza dell’uragano, si erano salvati e si erano rifugiati nella chiesa del paese, l’unico edificio rimasto intatto.
La donna domandò della gatta, non sapeva che gli Stevenson ne avessero una, ed in effetti era così. Quella gattina l’aveva trovata il figlio nel giardino comunale e l’aveva chiamata “Bright Day”, ovvero “Bel giorno”, perché in quel momento stava ascoltando una canzone cantata da Ziggy Marley e dai Melody Makers dal titolo omonimo.

Quella micetta dal mantello candido come la neve sembrava proprio un angelo, pensò la donna, e come un angelo custode l’aveva aiutata conducendo quegli uomini da lei per portagli aiuto.
Le due mamme divennero inseparabili e la gatta con la sua presenza, con quei suoi sguardi così amorevoli da sembrare già quelli di una mamma, infondete coraggio e voglia di vita a Mariah e sembro quasi guidarla in quei mesi di dolce attesa al lieto evento.
Perfino il giorno del parto fu lo stesso per entrambe. Quando nacque il piccolo George, “Bright Day” diede alla luce cinque meravigliosi gattini. Furono giorni di gioia immensa in cui la donna si sentì in forte simbiosi con la bianca micia.
Una sera, quando ormai Mariah aveva superato tutte le difficoltà, la gatta, che si era acciambellata su di lei, la guardò con intensità e con amore, sembrò quasi dire “Ora sei forte, non hai più bisogno di me. Continua da sola per te e per il tuo George”, poi con dolcezza ed eleganza, scese dalle sue ginocchia e si avviò verso l’uscita.
Ma prima di andar via per sempre si girò verso Mariah, lo fece per salutarla un ultima volta, come faceva sempre la sua mamma ogni volta che andava al lavoro ed allora alla donna, in quel momento in cui la realtà si confuse con il sogno, le sembrò di vedere un sorriso sul musetto di quel meraviglioso angelo bianco dalle sembianze feline.
Fu un momento meraviglioso che rivive ogni giorno nel cuore di Mariah insieme al dolce sorriso di sua madre.



OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:17
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il gatto Newton
Chi vive con i gatti, chi li conosce a fondo ne conosce anche le abilità e la spiccata intelligenza che li caratterizza.
Numerosi sono i racconti di gatti prodigi, d’imprese feline che evidenziano le loro doti.
Fra questi, uno dei più interessanti, ci venne narrato dallo scrittore francese Chanpfleury.
Il letterato transalpino aveva l’abitudine di lanciare, durante i pasti, una mollica di pane al suo micio, il quale la rincorreva oppure la prendeva al volo e, solitamente dopo averci giocato un po’, la mangiava golosamente.
Fin qui nulla di straordinario, ma il caso volle che il quadro appeso nella sala da pranzo, posto di fronte al tavolo di Chanpfleury, si fosse distaccato nella parte superiore dalla parete a causa dell’eccessiva lunghezza del chiodo utilizzato.
A forza di lanciare palline accadde che una di queste, un giorno, finì proprio dietro al quadro in questione, lasciando il micio confuso sulla scomparsa della mollica.
Sul pavimento non c’era, così come nel resto della stanza, quindi, dopo la vana ricerca, fissò il proprio padrone con aria interrogativa. Insomma il gatto aveva visto partire la pallina ma perché non era ricaduta come al solito sul pavimento? Lo scrittore confezionò così un’altra pallina e, secondo il suo racconto, riuscì immediatamente ad indirizzarla dietro al quadro.
Ora, sinceramente sulla mira da Buffalo Kid di Chanpfleury nutriamo qualche dubbio (più probabile che abbia effettuato più tentativi), molti di meno, conoscendo le capacità feline, sul resto del racconto.

Il gatto osservò la traiettoria del lancio, si avvicinò al quadro, ebbe un attimo di riflessione, poi, deciso, si alzò sulle due zampe posteriori e con quelle anteriori lo colpì in modo da farlo scostare per un attimo dal muro. Le palline caddero in terra per la gioia e la golosità del micio.
Fu così che il gatto di Chanpfleury scoprì la gravità un po’ come Newton, solo che al posto dell’albero e della mela questa volta c’era un quadro e due molliche di pane [SM=g1402251]


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:19
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

depresso perchè perde il lavoro
Il gatto Casey era un gatto felice, la sua curiosità e la sua vivacità riempivano la casa della famiglia Paul a cui esprimeva tutta la sua gioia di vita con rumorose fusa.
I Paul avevano un bel ristorantino che tutte le sere veniva frequentato da un’affezionata clientela ed il micio faceva parte a pieno titolo dello staff del locale, il suo compito era quello di accogliere ogni cliente all’ingresso come un vero “Maitre” : avreste dovuto vederlo con quale garbo ed eleganza salutava gli ospiti; sorrideva si metteva in posa, si lasciava coccolare, faceva le fusa ed introduceva i commensali con un guizzo della coda ed un lampo di baffi.
Un giorno, purtroppo, il ristorante fu distrutto da un incendio ed i Paul, dopo aver analizzato a fondo la situazione, decisero, a malincuore, di non riaprire il locale: troppo gravoso l’impegno economico per la sua ricostruzione.
Seguirono, così, settimane caotiche impegnate nella ricerca di un lavoro, nella sistemazione di tutte le pratiche legate al ristorante e nella riorganizzazione del ritmo familiare scandito ora da nuovi orari e nuove attività. Quando tutto questo finì i Paul, che non erano più impegnati nelle loro faccende, si accorsero che Casey non era più quel gatto affettuoso e vivace di un tempo: era diventato improvvisamente svogliato e triste. Sulle prime pensarono che il micio si sentisse trascurato.
Consultarono diversi veterinari ed i responsi, confermando tale ipotesi, furono sempre gli stessi: il gatto è in perfetta forma, ha bisogno solo di maggiori attenzioni. Mai suoi padroni quelle attenzioni e quell’affetto glielo stavano già dando senza ottenere nessun risultato.
Fu a quel punto che i Paul, su consiglio di una loro amica, si rivolsero a Samantha Khury psicologa e sensitiva felina. Era, certo, una specializzazione un po’ bizzarra la sua tanta più che la sig.ra. Khury asseriva di riuscire ad entrare in contatto con gli stessi animali ed a colloquiare con loro, ma, d’altronde, ai due coniugi sembrava ormai l’unica strada rimasta.

Lo scetticismo divenne stupore quando la sensitiva annunciò il suo responso tanto da far esclamare ai proprietari di Casey: ”Ha perso il lavoro!!! Lavoro? Ma quale lavoro? E’ un gatto!!”.
La psicologa felina non si scompose di un millimetro e con tutta calma, scandì, come per dar maggior peso alle sue parole, nuovamente la sua diagnosi: “E’ depresso perché disoccupato” ed aggiunse, con estrema professionalità, che era stato proprio il micio a dirglielo.

Tutto questo può sembrarVi una favola ma è realmente accaduto e la sig. Khury è un’apprezzata professionista e la sua biografia filmata “I talk to animals” dimostra le sue straordinarie capacità.
Proprio mentre i Paul erano ancora indecisi sul da farsi in merito, se credere alla diagnosi ed agire di conseguenza oppure ignorarla, Casey, da buon gatto lavoratore, non rimase con le zampe nelle zampe, e si trovo da solo un lavoro.
Girando la città in cerca di un’ occupazione, si soffermò di fronte alla porta della biblioteca.
Quel passaggio di persone, evidentemente, lo ispirò e comiciò ad accogliere i lettori sull’uscio e ad introdurli nella biblioteca.
In breve tempo il nostro gatto lavoratore divenne la mascotte di tutti: tutti lo amavano, lo coccolavano, lo cercavano e si sentiva finalmente di nuovo utile ai suoi amici umani ed in famiglia Paul ritornò la serenità.

Ora è splendido vedere Casey la mattina davanti al cancello con il suo sguardo fiero ed orgoglio vigilare il passaggio, pronto a dare, con la sua eleganza, un tocco di bellezza e di vita gattosa ai lettori di giornata.
[SM=g1402235]


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:21
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

LALLA
[SM=x1450692]
Lo scorso 29 maggio Lalla scappa di casa e finisce sotto un automobile, da quel momento non si è più alzata su tutte e 4 le zampe.
Viene portata d'urgenza da un veterinario in zona (che pero si fa attendere per più di due ore prima di visitarla) questi le fa delle radiografie e ci consiglia di portarla a casa per poi tornare dopo 2 giorni da lui per vedere se è possibile operarla.
Non fidandomi di questo veterinario che non si era preoccupato nemmeno di medicare le lacerazioni che Lalla aveva riportato su tutto il corpo in seguito all'incedente, il giorno successivo, dopo aver reperito il nome di un buon veterinario tramite un membro di un'associazione animalista, ci rechiamo alla clinica veterinaria dell'universita Federico II di Napoli.

Sto per descrivere uno dei momenti più dolorosi della mia vita e non so se questo significhi che ho sofferto poco nella vita o che voglio troppo bene a Lalla... L'"esimio" professore le tocca la colonna vertebrale, le fa la prova di sensibilità pinzando le unghie, dopodiché mi dice che non c'è niente da fare, che non avrebbe più camminato e che non avrebbe nemmeno potuto controllare la vescica, insomma non avrebbe riacquistato nessun tipo di sensibilità in tutta la zona posteriore. A quel punto gli chiedo di accertarsi meglio della situazione facendo delle radiografie, fatte le quali mi dice che una vertebra si è completamente spostata causando l'interruzione del midollo spinale.

Quindi mi è stato consigliato di farla sopprimere!
Ora, io sono daccordo con l'eutanasia, quando continuare a vivere non è altro che continuare a soffrire, ma che io sappia non è mai stato consigliato niente del genere ad un umano... o mi sbaglio? Dopo questa "serissima" visita, durata si e no 5 minuti, ce ne torniamo a casa col cuore spaccato.
I primi giorni sono stati durissimi perché Lalla è sempre stata una cagnetta iperattiva, era uno spettacolo guardarla correre per ore sulla spiaggia, tuffarsi dagli scogli e nuotare per andare a prendere il bastoncino. Sia io che Francesco, il mio compagno, che Ibù, il compagno di Lalla, eravamo distrutti. I primi tempi abbiamo sperimentato vari metodi per permetterle di spostarsi, ma lei era molto giù e non sembrava particolarmente interessata, abbiamo però risolto il problema dell'incontinenza con un vasino: basta metterla seduta ogni 3 o 4 ore e fare pressione sul suo pancino e il problema non c'è più!

Dopo vari tentativi, Francesco ha realizzato una spendida carrozzina che le permette di spostarsi molto bene e di correre anche più veloce di prima. Lalla è stata triste solo per una settimana dopodiché ha ricominciato a giocare con Ibù, che l'adora e a fare passeggiate! Ha fatto tornare il sorriso anche a noi.
Poi quest'estate abbiamo deciso di andare in vacanza, così con 2 carissimi amici e 5 cani (Lalla, Ibù e 3 cuccioli) siamo partiti alla volta del Molise, abbiamo passato una settimana in un campeggio immerso nella natura dove Lalla poteva girare tranquillamente con la sua carrozzella e correre nei prati inseguendo la palla;
poi siamo scesi lungo la costa Pugliese fermandoci sulle spiagge più tranquille: Lalla ha ricominciato a nuotare e da allora le cose sono cambiate...
Tornati a casa abbiamo notato che le zampe posteriori avevano riacquistato tono muscolare e che man mano che il tempo passava cambiava qualcosa: ogni tanto muoveva le zampette posteriori, ma abbiamo lasciato le cose come stavano senza andare da altri veterinari. Senonché un giorno Lalla si è ferita alla zampetta posteriore sx e l'abbiamo portata da una veterinaria vicino la nostra casa.
Quando le è stata medicata la ferita Lalla ha ritratto la zampa come se fosse in grado di sentire il dolore, a questo punto la dottoressa mi ha chiesto se alla clinica universitaria mi avessero detto che per accertare l'entità del danno avrei potuto sottoporla ad una mielografia e quindi i medici avrebbero deciso se rimetterle la vertebra in sede o meno... ma naturalmente queste cose non mi erano state dette! Così mi ha consigliato di portarla a nuotare molto spesso e chissà che madre natura (tanto piu insita negli animali che nell'uomo) non faccia il suo bel miracolo...


Ho raccontato la nostra storia non per far passare un brutto quarto d'ora ai veterinari che non hanno fatto tutto quel che dovevano, ma per ricordare che un cane non è una sedia, che quando gli si rompe una zampa si butta via, ma è un anima insostituibile per le persone che gli sono vicine e per quanti cani e gatti io abbia avuto nella mia vita nessuno di loro ha sostituito un'altro venuto prima, ma ognuno di loro occupa un posto ben preciso nel mio cuore.
Spero che la nostra storia possa servire a chi si dovesse trovare nelle nostre stesse condizioni e la mia mail è disponibile per chi volesse suggerimenti su come aiutare un amico a 4 zampe a vivere a 2 zampe e 2 ruote... (noemi_74@libero.it)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:24
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

http://www.oscardog.it/storie.htm

Storie di animali "speciali"

Ciao, mi chiamo Lillo sono uno Yorky di 7 anni e da 2 sono paralizzato al tronco posteriore a causa di due ernie del disco e, nonostante un intervento chirurgico, che mi ha salvato la vita, sono costretto ad usare un carrellino per essere autosufficiente.
Detto così può sembrare una situazione veramente triste, ma in realtà non è che la mia vita sia cambiata poi così tanto e tutti mi considerano un cane sereno e felice.

Vivo ad Alghero con la mia "mamma" Ines , il mio "papà" Giovanni e la mia compagna Piggy, una Yorky di 5 anni e mezzo. Il nostro rapporto non è mai stato idilliaco perché lei è un po' altezzosa e abbiamo gusti completamente diversi in fatto di cibo e giochi (io infatti adoro palle, palloni e palloncini mentre lei sta sempre nella sua cesta ad accudire pupazzi di peluche) anche se devo dire che l'unica volta che ci siamo trovati "d'accordo" abbiamo avuto due splendidi cuccioli, Lillo J. e Minnie.

Tornando alla mia malattia, la vigilia di Pasqua del 2005 mi sono svegliato che non mi sentivo bene e per farlo capire ad Ines mi sono nascosto nello sgabuzzino; meno male che lei è un umano "speciale" e mi ha portato subito dalla dottoressa che mi seguiva, che però non ha capito cosa avessi. La sera stessa stavo talmente male che le mie zampe posteriori si erano completamente paralizzate, tanto che mi ha portato dal dott. Luca Ortu, che nonostante fossero le sette di sera del sabato prima di Pasqua, ha preso a cuore il mio caso e fatto subito la diagnosi giusta.

Approfitto per scusarmi con lui dei morsi che ogni tanto gli do durante le visite di controllo, niente di personale, anzi confesso che mi è anche simpatico, solo che ora divento un po' nervoso quando vado dal veterinario.

E' iniziata così una settimana veramente dura perché ho dovuto subire accertamenti anche molto invasivi con tre anestesie totali in tre giorni, un intervento chirurgico molto delicato per riparare un midollo spinale ormai completamente compomesso. E soprattutto dovevo riuscire a far capire ai dottori, che consigliavano i miei amici di sopprimermi, che volevo vivere a tutti i costi. Fortuna che con me c'erano sempre Ines e Giovanni che non mi hanno mai abbandonato, anzi hanno convinto i medici a tentare tutto con me, perché sapevano che sono un tipo tosto, che non molla facilmente.

Anche la convalescenza è stata dura, non mi piaceva per niente essere costretto all'immobilità, anche se mi portavano in giro tutti i giorni dentro una cassetta fatta apposta per me solo per farmi prendere aria. Mi vergognavo un po' perché mi avevano dovuto rasare a zero; ora il pelo è ricrescuto completamente e per fortuna Ines non mi tortura più con la spazzola come prima, dice che sembro un cane randagio ma forse si è accorta che sono felice anche un po' spettinato.

Poi ad agosto dello stesso anno è arrivato dall'America il mio "carrellillo" e mi ci sono trovato subito bene, posso passeggiare, correre, giocare con il pallone, insomma fare quasi tutto quello che facevo prima. Per essere sincero essere un cagnolino disabile ha anche i suoi vantaggi perché per strada tutti gli umani si fermano a coccolarmi, accarezzarmi, chiedere notizie e io ci godo un mondo.
Per non parlare dei vizi che in famiglia mi danno ogni giorno, accudendomi nelle mie necessità quotidiane che non sono poche; pensate che ora abbiamo comprato un camper in modo che anche io e Piggy possiamo andare in vacanza e in due anni abbiamo girato quasi tutta l'Italia... niente male per un cane disabile!

L'unica cosa che proprio non mi va giù è quando la sera Ines, per mettermi a dormire nella mia brandina, mi deve "impannolinare", cioè mi mette uno di quei così da bimbi piccini per evitare che durante la notte mi sporchi; devo dire che per un cane "dominante" come me è veramente imbarazzante!

Invece quello che fa arrabbiare la mia mamma è quando qualcuno mi chiama "poverino", allora parte in quarta a raccontare la mia storia, di come sono stato forte e pieno di dignità, di come ho superato tutto quella sofferenza e di come riesca a vivere una vita quasi normale; allora io vorrei intervenire per dirle che se ci sono riuscito è stato soprattutto grazie a tutto l'amore che mi hanno dato e che continuano a darmi, ogni giorno, senza farmi pesare la fatica dell'accudirmi e di farmi fare una vita normale.

Un amore grandissimo sicuramente ricambiato. Imparate ad amare umani!!
[SM=x1450703]


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 11.853
Post: 167
Registrato il: 28/10/2007
Sesso: Femminile
05/01/2008 22:25
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 8.823
Post: 270
Registrato il: 21/10/2007
Città: BOLOGNA
Età: 38
Sesso: Femminile
07/01/2008 14:44
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


BELLISSIME MARLUNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! [SM=g1402524]

Cavolo, questa si che è un'idea fantastica!!!

Ogni settimana potremmo scegliere da un sito, una storia da pubblicare qui sul forum!

Apro una sezione apposta, magari! [SM=g1402526]

Sono tutte storie bellissime e delicate che, chi ama gli animali, apprezzerà di certo!

Mi hai dato un'idea grandiosa!!! Tanto di cappello, veramente!
[SM=g1402243]








Possiamo vederla così. Michael ha vissuto un po' come una stella.
Sappiamo tutti quanto è breve il processo di vita di una stella, giusto?
Fin tanto che c'è, riesce a illuminare il cielo con la sua forza e la sua bellezza. Poi, inevitabilmente, si spegne.
Michael era una stella che ha brillato per noi qui sulla terra.
Ma lui non si è semplicemente spento come ogni altra stella.
Lui è diventato la seconda stella a destra che porta dritti all'Isola Che Non C'è!
Lui è diventato una stella cadente, che ha lasciato dietro a sé una scia di desideri. E li ha avverati con la sua musica!
Lui ha avverato i nostri desideri con la sua sola presenza in questo mondo!
Davvero una grande stella! Per sempre!

[By REA]

**MICHAEL JACKSON FAN SITE**





°°Lacrime dalla Luna - Blog°°











MODERATRICE










Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:25. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com



Registra il tuo sito nei motori di ricerca




Votaci su Net-Parade.it
Votaci su Net-Parade.it - - - - -
- - -